Monday, September 17, 2007

STEFANO BRECCIA E ROBERTO PINOTTI COME ORSON WELLES....

Continuo a leggere e rileggere il capitolo “AMICIZIA” del libro CONTATTISMI DI MASSA che, per fortuna, a differenza dello storico “scherzo” di Orson Welles, non ha gettato il panico tra la gente e, siccome non sono ancora convinto che Breccia e Pinotti volessero farci credere che i W56 e i CTR non siano frutto della fantasia del defunto Bruno Sammaciccia, mi attendo, da un momento all’altro un articolo o una conferenza stampa dell’Autore e del C.U.N. (Centro Ufologico Nazionale) che ha avallato l’Opera, per dire a quanti hanno letto il Volume che si è trattato di uno scherzo colossale oppure di una intelligente provocazione per sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni a dedicare più attenzione allo studio del fenomeno ufologico.Ma temo che dopo le acrobazie dialettiche e le migliaia di parole spese da Roberto Pinotti per spiegarci la SINDROME DEL CONTATTISTA e le varie motivazioni a difesa del radicale cambiamento di opinione sui vari contattisti, anche una clamorosa “marcia indietro” sarebbe ormai una operazione tardiva per riportare il C.U.N. dentro il suo ambito storico di una Associazione punto di riferimento per chi credeva e ancora crede nella esistenza del fenomeno ufologico.A pag. 415 del libro CONTATTISMI DI MASSA (per gli amici che non hanno letto il libro) c’è la foto a colori di un extraterrestre con la seguente didascalia: “Visto che se ne è tanto parlato, uno dei W56, ripreso nel giardino della villa di Bruno”. Si tratta di un giovanottone altissimo in pantaloncini. Allora, chi è questo Tizio ritratto nella foto, come si chiama, è una prova del ruolo avuto da Sammaciccia nell’affare AMICIZIA oppure si tratta di un ignaro “terricolo”, forse un giocatore di basket o di volley capitato a Montesilvano per caso? Il Dottor Pinotti, presidente del CUN., come ha potuto cambiare radicalmente idea su certi personaggi del “sottobosco ufologico in bilico fra plagio, follia e malafede da un lato; dabbenaggine, cieca fiducia ed estrema disponibilità dall’altro…” ? Infatti questa citazione riguarda la pagina 255 del libro di Pinotti “UFO SCACCHIERA ITALIA Oscar Mondatori uscito nel 1992 e ristampato in ben 6 edizioni (ultima del 1999). Quel libro, in sintesi, portava il CUN al centro della ufologia italiana e costituiva una prova certa che Roberto Pinotti, ricercatore credibile, fosse distante mille miglia dalle già note (a lui e a pochi altri) fantascientifiche e deliranti storie di AMICIZIA.Rubo la frase scritta da un amico su internet :” Ma una logica a tutta questa superficialità ci deve pur essere….”

Sunday, July 22, 2007

(Ai confini della realtà)***“CONTATTISMI DI MASSA”: DURO COLPO PER CHI VEDE LA UFOLOGIA CON GLI OCCHI DELLO STUDIOSO “NORMALE”


Leggo e rileggo i passi più significativi del il libro di Stefano Breccia “CONTATTISMI DI MASSA” e sempre più mi appare evidente il punto di rottura che il Volume rappresenta rispetto alla ufologia storica, quella per intenderci, che inizia dai primi avvistamenti america degli anni ’40 del secolo scorso.Ho già scritto più volte e lo ripeto a costo di sembrare noioso che io sono convinto dell’esistenza degli O.V.N.I. perché li ho visti insieme a migliaia di altre persone quando giovanissimo (festa patronale di S.Cetteo del 1959 ) assistetti al passaggio di un UFO sulla mia città e anche per aver seguito molto da vicino gli episodi di avvistamenti ed incontri piuttosto ravvicinati con oggetti non identificati di persone al di sopra di ogni sospetto durante l’ondata di eventi ufologici in Adriatico degli anni 1978/79.Perché ritengo che il libro di Breccia è una rottura con la storia del fenomeno studiato con metodo scientifico ?Senza sprecare fiumi di parole come fanno i veri esperti (o ritenuti ancora tali da molti che la pensano come me nonostante il loro recente incomprensibile comportamento ) cercherò di spiegarmi in maniera lineare per farmi capire da tutti.-----------------------------------Prima che il libro in questione fosse pubblicato c’era una divisione netta tra coloro, appassionati di ufologia seria, che ritenevano inverosimili gli episodi che contattisti di turno andavano a raccontare in TV al solo scopo di mettersi in mostra e incassare qualche soldino (individui che il Centro Ufologico Nazionale giustamente qualificava, più o meno come testimoni inattendibili) e una grande massa di “creduloni” senza se e senza ma, ai quali potevi raccontare e far credere tutto ciò che volevi sugli extraterrestri. Ora, attraverso il suo libro Stefano Breccia, con la benedizione di Roberto Pinotti e del C.U.N., mette insieme in 421 pagine un coacervo di episodi ridicoli con eventi storicamente inconfutabili e documentati da fonti autorevoli. Qual è il risultato ? Lasciamo perdere, per carità, la SINDROME DEL CONTATTISTA e il povero Bruno Sammaciccia ormai passato a miglior vita, il nocciolo del problema e il nodo di tutta la vicenda è nelle mani di chi ha scritto e pubblicato il libro CONTATTISMI DI MASSA che in sostanza ribalta la posizione del C.U.N. nei confronti di quelle persone ritenute solo poco tempo individui non credibili e discreditanti per chi studiava e studia la materia ufologica con serietà e onestà intellettuale. Molti a questo punto si sono chiesti, si chiedono e tanti altri se lo chiederanno in futuro, perché Breccia con la prefazione di Pinotti, ha pubblicato il Volume? Volendo fare della dietrologia a buon mercato si potrebbero ipotizzare molte motivazioni. Tutto, però, sembra chiaro sulla determinazione di Pinotti stesso se si riflette su un passo della sua prefazione al libro quando svela (pag 24 –prefazione) che nel 1976 si incontrò con una probabile ambasciatrice ( o portavoce) degli Alieni , una bella e giovane donna “…venuta a trovarmi per trasmettermi a bella posta un diretto messaggio dei Visitatori che la usavano come tramite. La donna mi ammonì a tornare sulla mia intima decisione (ad un decennio dalla sua costituzione ) di farmi da parte all’interno del CUN per ragioni familiari e professionali affermando che invece “non potevo non assumermi le mie responsabilità” e che il mio apporto alla “causa ufologica” …..e precisò che a dispetto di difficoltà di vario tipo era comunque necessario andare avanti sereno in base ad un certo programma che mi fu illustrato: guarda caso, del tutto coerente con il quadro delineato da Perego in rapporto all’”Amicizia”. Cosa che in fondo chi scrive ha poi in pratica fatto e sta ancora facendo, indipendentemente da tale episodio e dai suoi risvolti. Non mi si parli di coincidenze…”Io non mi sarei mai aspettato che lo stesso Pinotti fosse stato a contattato da una giovane e bella Aliena come tanti altri contattasti maltrattati dal Presidente del CUN Ciò dimostra che il libro CONTATTISMI DI MASSA ribalta effettivamente la situazione e crea la rottura che citavo all’inizio di questa nota.Ci sarebbe ancora tanto da dire su questa pubblicazione ed io credo di avere tutto il diritto di commentarlo nel rispetto delle opinioni altrui e senza assumere la veste di “esperto” e di addetto ai lavori. Ci sono tanti appassionati di ufologia SERIA ai quali mi rivolgo e dai quali ricevo apprezzamenti per la mia modesta “campagna” in favore della realtà del fenomeno“dischi volanti”.Voglio concludere questa chiacchierata rivolgendomi agli amici che si scandalizzano (ci sono anche questi tra i miei pochi lettori) del fatto che io, scrivendo queste note di dissenso sulla pubblicazione di Breccia, starei discreditando il CUN e che, così facendo, sto buttando via “ il bambino insieme all’acqua sporca“. Mi rendo conto che per certi amici criticare Stefano Breccia e Roberto Pinotti Può equivalere ad un “reato di lesa maestà” ma tutti quelli che mi conoscono sanno anche che ho cercato sempre di essere coerente e che in nessun caso ho demonizzato chi non la pensasse come me. Ciò, dovrebbero ricordarlo e possono testimoniarlo ( non ne dubito) soprattutto i “ragazzi” insieme ai quali ho fondato UFOBSERVER.

Friday, May 25, 2007

LA LEGGENDA DEGLI ALIENI PESCARESI parte quarta

di Romano Di Bernardo
Nella terza parte di questa allucinante storia riguardante il libro “CONTATTISMI DI MASSA” del docente emerito Stefano Breccia, scrissi: “…Roberto Pinotti, abituato com’è a documentare tutto ciò che pubblica, era a conoscenza dell’esito del processo? Io lo escludo e ci metto pure la mano sul fuoco…”.Questo spiegherebbe la fiducia che nutrivo per il presidente del CUN e per la stessa organizzazione di cui ho fatto parte per tanti anni.Ora che la mia mano si è bruciata posso dire tranquillamente, anche se con una punta di amarezza, che avrei fatto meglio ad essere meno ingenuo nei confronti della operazione “AMICIZIA”e spiego il perché.Roberto Pinotti nella sua puntuale e sollecita risposta alla mia terza puntata si è arrampicato sugli specchi per dire e non dire, tirando addirittura in ballo una “Sindrome del contattista” per far apparire Bruno Sammaciccia (colui che ha dettato il capitolo sull’AMICIZIA a Breccia) come un povero personaggio irrimediabilmente traumatizzato per l’abbandono del pianeta Terra da parte degli AMICI alieni dopo la sanguinosa sconfitta da loro subita negli anni ‘80 ad opera dei CTR, gli alieni cattivi.Da quello che scrive Pinotti, sembrerebbe di capire che il “guaritore” di Montesilvano, fosse affetto da una irrefrenabile voglia di autodistruzione quando si appropriò ” con “artifici e raggiri” del patrimonio (624.000.000 di lire) dei due indifesi anziani coniugi che l’Autore del libro ha avuto il coraggio di definire“miseri individui”.Non voglio andare oltre perché questa storia comincia a stancarmi. Ringrazio gli amici che mi hanno inviato messaggi e quelli che mi hanno telefonato. Posso assicurare tutti, comunque, che non ho fatto mai parte di faide interne al CUN anche perché ho sempre creduto e continuo a credere (nonostante mi sia scottata una mano) di essere stato, a parte la leggenda di AMICIZIA, in mezzo a persone intelligenti. La prossima nota sull’argomento CONTATTISMI DI MASSA potrebbe essere intitolata “STRISCIA…..L’AMICIZIA”

LA LEGGENDA DEGLI ALIENI PESCARESI terza parte



di Romano Di Bernardo




Non sono abituato a pensare in termini di “dietrologia”, perdonatemi il termine, ma mi ha fatto riflettere la domanda che si è posta un amico che segue le vicende della ufologia da almeno 10 anni riferendosi alla pubblicazione del libro di Stefano Breccia CONTATTISMI DI MASSA: “…Cosa li ha mossi a divulgare ora una storia del genere (già discutibile di suo), poggiandola su menzogne e vere e proprie calunnie, quando magari alla base della storia dei W56 qualcosa di veritiero potrebbe pur esserci?”. Francamente non saprei cosa rispondere perché da anni conosco e seguo l’attività di Roberto Pinotti e sono certo che la sua partecipazione all’operazione BRECCIA si è basata sulla credibilità dello stesso emerito Docente che ha pubblicato la storia di AMICIZIA convinto dell’assoluta buona fede del defunto Bruno Sammaciccia.Iniziando la narrazione di questa terza parte sulla leggenda degli “alieni pescaresi”, onde evitare malintesi, voglio però esprimere con estrema chiarezza la motivazione alla base di questi miei scritti a beneficio di chi si trovasse a leggere queste note e non mi conoscesse. Secondo l’amico Roberto Pinotti io sarei un “….serio professionista che ha avuto il grande merito di aver affrontato in positivo l’Ondata del 1978 in Adriatico” . Non posso che ringraziare il Presidente del CUN per questo pubblico riconoscimento ma ci tengo a chiarire, se il sostantivo professionista si riferisse alla mia attività giornalistica, che NON SONO UN GIORNALISTA PROFESSIONISTA anche se in gioventù ho avuto l’occasione di lavorare per circa 4 anni nella redazione pescarese di un quotidiano romano (senza contratto), ho riempito tante pagine di riviste e ho pubblicato diversi libri.Fatta questa doverosa precisazione che, suppongo, poco, interessi alla maggior parte di quel ristretto gruppo di amici che frequentano questo Portale amatoriale, gestito, per altro senza fini di lucro totalmente a mie spese, voglio anche sottolineare che la mia passata attività nel CUN resta una piacevole parentesi della mia vita in compagnia di amici.Passiamo ora alla motivazione alla base di questi miei scritti. Già ho avuto modo nelle puntate precedenti di spiegare che mi sta troppo a cuore la materia ufologia seria per accettare il contenuto del libro CONTATTISMI DI MASSA per la parte che si riferisce ai W56 e ai CRT. Ma ciò giustificherebbe fino ad un certo punto questi miei interventi se l’Autore, nel trattare la parte che più mi ha colpito, come pescarese e come “manovale della ufologia”, mi riferisco ovviamente al capitolo riguardante l’AMICIZIA, avesse narrato i fatti accaduti realmente e avesse descritto i personaggi storici, i protagonisti, coinvolti in questa vicenda, supportato da un minimo di documentazione.In altri termini, nel racconto “AMICIZIA”, per affermare una presunzione di assoluta credibilità del Sammaciccia, si descrive lo stesso come persona irreprensibile, al di sopra di ogni sospetto, autore di libri sacri, devoto di S. Francesco, benefattore ripagato con l’ingratitudine di “miseri individui” che lo hanno denunciato.Breccia, per rendere maggiormente credibile il protagonista afferma che fu assolto “con formula piena” e poi ci informa sulle pubblicazioni religiose del fiduciario in Italia della dei W56 e sulle sue relazioni con alti prelati e generali. Non si è però informato sulle “misere” vicende giudiziarie dalle quali Sammaciccia non uscì affatto “assolto con formula piena” ed evitò il peggio soltanto perché i reati, in appello, furono prescritti nella forma che spiegherò più avanti.*********Penso che Stefano Breccia, come scrissi nella puntata precedente, sia in buona fede; cioè ha creduto alla storia del suo amico Sammaciccia e l’ha pubblicata. Ha peccato comunque di leggerezza. Si è preoccupato soprattutto di descriverlo come persona credibile liquidando in poche righe il fatto che fu denunciato da persone, definite dall’Autore “miseri individui”, insieme alla moglie e a Giancarlo De Carlo. Vediamo cosa viene fuori dalla lettura della documentazione giudiziaria:
“…Sentenza nei confronti di Sammaciccia Bruno, …M. R., De Carlo Giancarlo…liberi - contumaci imputati del reato di cui agli articoli 110, 640 e 61 n. 5 e 7 c.p. perché -in concorso tra loro il Sammaciccia e la moglie M.R. prospettando capacità taumaturgiche e sovrannaturali, il De Carlo ponendosi come intermediario, – continua il documento - con artifici e raggiri consistiti nel paventare a C. G. e B. M., pericoli di vita e per mali incurabili, profittando dello stato di depressione psicofisica dei C., inducevano in errore quest’ultimo (al quale inoltre prospettavano investimenti remunerativi di denaro) sicché lo stesso C. consegnava al Sammaciccia la complessiva somma di L. 624.000.000 a mezzo assegni bancari tratti sul c/c n. (omissis) del (omissis) intestati anche a persone diverse.Con effetto di ingiusto ingente profitto per gli imputati e conseguente danno per il C. di rilevante gravità.In Pescara e Montesilvano tra l’ottobre 1991 ed il marzo 1992”.Questa dunque è l’imputazione che portò, nel 1997 alla condanna, in primo grado, dei tre imputati che, sempre secondo il libro pubblicato da Stefano Breccia, sarebbero stati poi assolti con formula piena, suppongo volesse dire in appello.Ma andiamo con ordine.Dalla sentenza della Pretura Circondariale di Pescara : (art. 544 e segg., 549 c.p.p.) “…
IL Pretore, visti gli artt.533 e 535 c.p.p. dichiara Sammaciccia Bruno, M.R. e De Carlo Giancarlo colpevoli del reato loro ascritto in concorso di attenuanti generiche, su queste ritenute prevalenti le contestate aggravanti e condanna ciascuno alla pena di anni due e mesi sei di reclusione e L. 1.500.000 di multa, oltre che al pagamento delle spese processuali.Visti gli artt. 538 e segg. C.p.p. condanna i medesimi Sammaciccia Bruno, M.R. e De carlo Giancarlo al risarcimento in solido delle costituite parti civili C. G. e B. M., alle quali assegna intanto una provvisionale provvisoriamente esecutiva di L. 624.000.000, nonché a rifondere a queste le spese del giudizio, che liquida, quanto al C., in complessive L. 2.551.000, di cui L. 2.525.000 per onorario d’avvocato, oltre IVA e CAP e, quanto alla B. in complessive L. 1.842.000, di cui L. 1.790.000 per onorario d’avvocato, oltre IVA e CAP.Pescara, 5-12-1997”.Gli imputati ricorrono in appello e in
data 11 ottobre 2002 “…La Corte d’Appello in parziale riforma dichiara, ritenuta l’equivalenza tra attenuanti ed aggravanti, n. l. p. per prescrizione….SENTENZA IRREVOCABILE 28/12/2002”.*******************************Ora non mi pare proprio che la parte civile del processo (rappresentata dall’Avv. Leonardo Lotteria) fosse costituita da “miseri individui” come si afferma su CONTATTISMI DI MASSA, . A me suona come una affermazione non documentata che getta un’ombra di legittimo dubbio sul contenuto dell’intera pubblicazione che pure offre aspetti interessanti e intricanti. Dai documenti che Breccia sicuramente non ha avuto modo di conoscere risulta che Sammaciccia, nell’evento della denuncia di cui si parla a pagina 180 non si comportò con “…la nobiltà spirituale esibita in ogni momento dai suoi interlocutori…”. . E gli eventi giudiziari di cui parla l’emerito Docente si ricollegano direttamente alla leggenda degli extraterrestri che avrebbero invaso l’Abruzzo e il mondo e che avevano scelto come loro rappresentante il “guaritore “ di Montesilvano. Non si tratta di una disavventura giudiziaria qualsiasi di cui né io, e, suppongo, né i lettori del Volume avrebbero tenuto conto, ma di un episodio che l’Autore ha pubblicato addirittura invertendo i ruoli degli attori e facendo apparire Sammaciccia come vittima. Breccia ha riportato alla ribalta con il suo libro una notizia falsa sull’esito di un processo che a suo tempo fu molto seguito dalla stampa abruzzese .Roberto Pinotti , abituato com’è a documentare tutto ciò che pubblica, era a conoscenza dell’esito del processo ? Io lo escludo e ci metto pure la mano sul fuoco. E allora? Allora io mi chiedo perché Stefano Breccia, abruzzese, conoscente di Sammaciccia, non si è documentato prima di presentare lo scrittore di libri sacri, pranoterapeuta , ecc. come una persona al di sopra di ogni sospetto ? Perché ha riportato solo giudizi osannanti come quello scritto dal P. Passionista Enrico Sammarco che lo descrive come “ ….l’aquila che tocca altezze vertiginose, il Maestro sicuro di sé, per cui a volte, pur nella serenità di intesa, richiede una certa tensione per stargli dietro. Quando il Marhaba scrive nel suo prezioso volume per esprimere il pensiero, del resto assolutamente cristallino, del nostro comune amico e Maestro, coincide con il mio pensiero in pieno.” I “miseri individui” che ricorsero alla magistratura erano due anziani coniugi, una coppia mite di persone oneste che fu indotta, con abili artifizi, a dilapidare un patrimonio da persone che la stessa sentenza descrive in maniera non certo in linea con il profilo tracciato da Breccia. E’ vero che la morte cancella tutto. Ma se Breccia non avesse ecceduto nel ribaltare la pizza suppongo che a nessuno sarebbe venuto in mente di rivangare il passato. Io sarei stato il primo a stendere un velo di pietoso silenzio sulla memoria del rappresentate degli alieni. Detto questo, però, credo sia doveroso anche rispettare la memoria di due anziane persone che si rivolsero alla magistratura dopo aver messo nelle mani degli imputati 624 milioni delle vecchie lire, un vero e proprio patrimonio, convinti di essere affetti da una grave patologia che poteva essere curata efficacemente solo da un medico extraterrestre amico di Bruno Sammaciccia.fine terza puntata (Continua)

LA LEGGENDA DEGLI ALIENI PESCARESI


di Romano Di Bernardo-------------------------------------
Il Diploma d’Onore assegnatomi dal Centro Ufologico Nazionale con il quale si riconosce a Romano Di Bernardo “IL POSITIVO IMPEGNO PERSONALE NELLA VALORIZZAZIONE DELLE TEMATICHE RIFERITE ALL’UFOLOGIA E AI FENOMENI CONNESSI”-----------------------------------------
Ho letto con interesse su UFO Notiziario l’articolo “GHIBAUDI: Una precisazione” di Roberto Pinotti dove, tra l’altro si afferma :“…..Di Bernardo è e resta un serio professionista che ha avuto il grande merito di aver affrontato in positivo l’Ondata del 1978 in Adriatico…”. Questo riconoscimento del Presidente del CUN riassunto, per altro, da un diploma d’onore firmato proprio dall’amico Roberto e consegnatomi dal responsabile CUN in Abruzzo D’Alfonso, non può esimermi dal raccontare alcuni fatti legati in un modo o nell’altro all’uscita del libro di Stefano Breccia “CONTATTISMI DI MASSA”. Proprio perché ho trattato la materia ufologica con equilibrio, anche se da semplice“manovale osservatore ufologo”, oggi mi sento in dovere, a distanza di tanti anni dall’ondata del 1978 e dai fatti descritti dal libro in questione, di intervenire per criticare l’intera “operazione amcizia” che rischia di distruggere la credibilità di quanti hanno investigato seriamente sul mistero dei dischi volanti.A questo punto le foto di Ghibaudi del 1961 sulla “Settimana Incom” sono ben poca cosa di fronte agli scenari degli alieni W56 e CRT infiltrati sotto le nostre città e i nostri mari. Per me la foto (una sola) è di un modellino ripreso a pochi centimetri dal suolo. Anche un bambino, osservando lo scenario di fondo, se ne accorge. Poi, come dice Pinotti stesso nella prefazione del libro di Breccia, .”..Chiunque è libero di credere quello che vuole. E chiaramente questo è un problema non nostro, a riguardo del quale ognuno troverà una sua risposta, giusta o sbagliata che sia”.Ognuno è libero di credere quello che vuole, d’accordo, ma quando aderii al C.U.N. io notai che i “contattisti”, quelli che andavano in televisione a raccontare di essere stati rapiti dagli alieni, venivano da noi del CUN considerati con la dovuta prudenza e i cialtroni erano messi al bando proprio perché il C.U.N. era riuscito ad accreditarsi come un punto di riferimento serio nel rapporto con i media e con le autorità. E proprio in virtù di tale immagine positiva io partecipai alle indagini come osservatore del C.U.N. sull’affondamento della barca dei fratelli De Fulgensiis spesso in collaborazione con i militari e con la Capitaneria di Porto.Nel 1961 perciò vedevo Roberto Pinotti ed alcuni altri seri studiosi di ufologia molto distanti dai venditori di storielle e di fandonie su uomini verdi e su viaggi spaziali verso lontanissimi pianeti a bordo di astronavi aliene. Tra gli uni e gli altri c’era un solco profondo e le apparizioni in TV del presidente del C.U.N. erano sempre improntate ad una linea concreta di studio del fenomeno UFO attraverso testimonianze probabili e reperti visivi verificabili attraverso approfondite analisi di laboratorio. .Detto questo all’uscita in libreria di “CONTATTISMI DI MASSA” mi sono letteralmente precipitato a prenotarlo perché volevo rendermi conto se il libro di Breccia raccontasse veramente la storia che lo stesso Autore ci aveva anticipato nel corso di una riunione con i ragazzi di UFOBSERVER a cui fui anch’io invitato. Quando il buon Stefano cominciò a descrivere alcuni particolari degli eventi di “AMICIZIA” gli dissi sinceramente che non credevo al racconto che gli aveva fatto il defunto Bruno Sammaciccia . Gli dissi anche che avevo avuto modo di conoscerlo come studioso di scienze esoteriche e autore di libri sacri proprio qualche anno prima dell’ondata del 1978 e cioè nel periodo “caldo” della sua attività di “rappresentante” sulla Terra dei W56.Purtroppo il libro andava molto più in là delle anticipazioni di Breccia e poi conteneva la prefazione di Roberto Pinotti. In due notti divorai il volume e sottolineai i passi più interessanti tralasciando le formule matematiche. Quando l’Autore inizia a descrivere la storia di AMICIZIA traccia anche un profilo di Bruno Sammaciccia e accenna alla sua condotta irreprensibile e al fatto che “ Addirittura è stato denunciato, ed ha subito un processo per presunta circonvenzione di incapace (da parte di miseri individui che avevano attribuito a Bruno la colpa di essere stati diseredati da un loro facoltoso parente ); inutile dire che Bruno è stato assolto con formula piena…”Da ciò si deduce che storia di AMICIZIA raccolta da Breccia, amico di Sammaciccia, è credibile perché proviene da una persona onesta e quindi credibile. E il lettore deduce anche che la prefazione di Pinotti è in linea con la tesi dell’Autore e quindi che il presidente del C.U.N. crede alla sua narrazione. Ma è sufficiente tutto ciò a mettere in gioco la reputazione di uno studioso serio e di una Associazione come il CUN presentando una bella leggenda come storia vera? Una cosa però è certa: conoscendo sia Breccia che Pinotti sono certo che hanno creduto alla storia di Sammaciccia e quindi sono sicuramente in buona fede.------------------------Illustrerò nella prossima puntata alcuni curiosi e inediti fatti della vita pescarese di quegli anni che si ricollegano alla storia degli alieni di cui Sammaciccia era “fiduciario”.(continua)

Tuesday, February 06, 2007

UFO IN ABRUZZO - Ricordi del settembre 1961 *** Il servizio della SETTIMANA INCOM sulla formazione di dischi volanti e il Raid Pescara –Spalato


La foto d'apertura si riferisce alla partenza del Raid Pescara - Spalato

Frammenti di storia pescarese

Romano Di Bernardo

Quando uscì il famoso articolo di Bruno Ghibaudi sulla “Settimana Incom” era il 3 settembre 1961. Proprio in quei giorni io stavo aspettando che si stabilisse un regime di alta pressione livellata per effettuare la “Prima traversata dell’Adriatico” per piccoli natanti organizzata da Enea Pagliaro (costruttore di barche) e patrocinata dall’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, dal mio giornale ,“Il Messaggero”, con la collaborazione della Piaggio di Pontedera (settore aeronautico), del rappresentante della Vespa a Pescara Salvatore Ma rullo, di una compagnia petrolifera, della Società Italiana Radio Marittima e di altri amici della marineria pescarese.Ero molto impegnato nelle prove di navigazione della barchetta di appena 4 metri con la quale avrei dovuto intraprendere il Raid motonautico sportivo Pescara – Spalto di 110 miglia spinto da due minuscoli motori da 3 Hp.-Anche per questa mia attività nautica e per essere cronista nel Messaggero, ero molto noto negli ambienti cittadini e i carabinieri, con i quali avevo ottimi rapporti, mi convocarono per sentire il mio parere circa le fotografie apparse sul servizio di Ghibaudi che loro ritenevano fasulle.E’ bene che io precisi, a questo punto, che a quel tempo ero estraneo alla materia ufologica anche se qualche anno prima avevo assistito insieme a migliaia di pescaresi al passaggio di un OVNI la notte della festa patronale di S. Cettero. Dopo la delusione per la mancata pubblicazione di un mio articolo da parte della redazione romana del mio giornale, con il quale contestavo le fotografie pubblicate dal noto giornalista torinese, preso dalla preparazione della mia impresa sportiva, mi concentrai nella lista delle cose da fare per sbarcare in Iugoslavia sano e salvo insieme al mio secondo pilota Giancarlo Bonardo.Partii dal porto canale, sotto il ponte “Risorgimento”, alle ore 19,30 del 13 settembre salutato da centinaia di pescaresi e scortato fino alla foce del fiume da diversi motoscafi di amici. Era già buio. Dopo circa due ore dalla partenza, dopo aver constatato che il sistema di timoneria adattato da me e dal tecnico della Piaggio Bucci non reggeva, decidemmo di montare il timone centrale in legno fissando i due fuoribordo.Pensai più volte, durante la traversata, ai dischi volanti provenienti da Oriente, come li aveva descritti Ghibaudi e scrutavo il cielo stellato in contrasto con il buio pesto intorno a noi. La velocità era bassissima, poco più di 5 nodi considerando il peso del natante di oltre 5 quintali. Notai che quando si è stanchi, quando si ha sonno, le stelle sembrano che si spostino continuamente. Hai l’impressione che siano ballerine. Questo spiega il perché di tanti presunti avvistamenti di punti luminosi che sembrano UFO in rapido e imprevedibile movimento. Io avevo sonno e pilotavo, guardando la bussola al debolissimo chiarore di una pila legata alla meglio sul tettuccio della tuga. Ogni tanto potevo alzare lo sguardo e fissare per un attimo le stelle “ballerine” . Il mio amico si era appisolato sullo spazio ristretto della prua. All’alba avevamo già percorso una quarantina di miglia e fino alle 2 del pomeriggio navigammo in un mare calmo incontrando solo diverse famiglie di delfini. Pensai spesso ai dischi volanti e confesso che mi sarebbe piaciuto se avessi avuto la fortuna di incontrarli e… magari scattare qualche foto….ma poi il pensiero correva al maresciallo Di Francesco che mi aveva convocato per chiedere il mio parere sulle foto di Ghibaudi. Anche la notte seguente, prima di entrare nella baia di Spalato, pensai ancora alla “formazione di dischi volanti” uscita sulla “Settimana Incom” pochi giorni prima e, per non cadere nel sonno , pensai di indagare sul fenomeno dei dischi volanti che, a parte l’evento Ghibaudi, poteva considerarsi serio e degno di essere studiato. Ma poi, dopo l’ennesimo sorso di caffè vidi un intenso chiarore diritto di prua. No, non era un UFO, ma la città di Diocleziano che ci attendeva. Sbarcammo all’una di notte. Il Raid era riuscito e coincideva con il mio futuro impegno di dedicarmi ai rapporti culturali e sportivi con l’altra sponda previsto dal programma della traversata.Passarono anni e mi dedicavo alla nautica e alle ricerche storiche sulle tradizioni e sulla cultura contadina abruzzese . Pubblicai diversi libri e articoli su riviste specializzate di navigazione e di telecomunicazioni. Non tralasciai la gastronomia di cui sono stato sempre cultore.Ormai avevo quasi dimenticato i pensieri sugli OVNI e solo sporadicamente mi interessavo di avvistamenti di oggetti misteriosi finché un bel giorno, anzi, una bella notte dell’autunno 1978 fui svegliato da una telefonata di un amico radioamatore che mi sollecitava a sintonizzarmi sulla frequenza della “banda cittadina” per ascoltare i drammatici messaggi che si incrociavano tra i pescatori terrorizzati dalle “palle di fuoco” che seguivano le loro barche.Pochi giorni dopo ci furono dei contatti epistolari e telefonici tra me e Roberto Pinotti ed iniziai a collaborare con il Centro Ufologico Nazionale…….E QUI INIZIA UNA BELLA AVVENTURA….

(continua)
---------------------------------------------------L’immagine a sinistra si riferisce ad un articolo de IL MESSAGGERO apparso il giorno dopo la partenza del Raid (la barca si chiamava Aquilone e la foto era stata presa durante le prove di navigazione nel fiume Pescara) e quella a destra è la riproduzione di una pagina del 1963 dedicata da una rivista a Romano Di Bernardo che aveva iniziato i rapporti tra Pescara e Spalato (eravamo in piena guerra fredda) con il Raid sportivo del 1961. )























http://www.pescaraonline.net

http://video.google.it/videoplay?docid=6798224837578936007&hl=it

UFO in Abruzzo - Le foto di Bruno Ghibaudi - 1961

---------------------------di Romano Di Bernardo
Premessa
Giorni addietro ho rilasciato a un giovane e serio ricercatore del fenomeno UFO una intervista pubblicata poi su http://video.google.it/videoplay?docid=6798224837578936007&hl=it con la quale si commenta un episodio di presunta ufologia, che fece scalpore a Pescara nel lontano 1961, di cui fu protagonista il noto giornalista che conduceva una rubrica di contenuto aeronautico alla televisione Bruno Ghibaudi. Il giornalista pubblicò sulla “LA SETTIMANA INCOM” un servizio da Pescara nel quale si descriveva una “invasione” di dischi volanti corredato da diverse fotografie di UFO.In quegli anni io facevo parte della redazione pescarese de “IL MESSAGGERO” di Roma diretta dallo scrittore Manlio Masci e fui chiamato dai carabinieri per una “consulenza” sull’articolo di Ghibaudi. In altre parole i militari avevano ravvisato in quella pubblicazione il reato di “diffusione di notizie false e tentenziose atte a turbare l’ordine pubblico.Il maresciallo Di Francesco, del Comando Gruppo dei Carabinieri a quel tempo installato nella centralissima Via Nicola Fabrizi che io conoscevo e con il quale avevo buoni rapporti nell’ambito della mia attività di cronista, mi telefonò in redazione a Pescara lo stesso giorno in cui uscì l’articolo di Ghibaudi convocandomi nel suo ufficio.Mi mostrò il settimanale chiedendomi un giudizio sulla veridicità dell’articolo e sulle fotografie pubblicate che mostravano oggetti volanti sulla spiaggia di Pescara. La mia risposta non fu un “NO” secco, anche se il mio istinto mi diceva che si trattava di una vera e propria bufala architettata anche male. Manifestai perciò i miei dubbi al maresciallo sull’attendibilità dell’evento descritto da Ghibaudi. Di Francesco, comunque, aveva già deciso: la notizia era falsa e tendenziosa e turbava l’ordine pubblico. quindi l’autore andava denunciato. Voleva solo un mio parere sull’immagine incriminata. Il “corpo del reato” era una delle foto che ritraeva si un disco volante, ma non era altro che un modellino che in quei giorni si trovava esposto nel reparto giocattoli della Standa in Corso Vittorio Emanuele. Il maresciallo aveva confrontato già la foto col modellino ma non lo aveva con se.Andai subito alla Standa e feci a mia volta la verifica . Il giocattolo era proprio uguale alla foto pubblicata.Il colloquio avuto con Di Francesco poteva considerarsi la classica “soffiata” che spesso si verificava tra giornalisti e forze dell’ordine. Il mio giornale, considerato il più equilibrato era anche il più diffuso a Pescara e ciò influenzava in maniera positiva il clima di collaborazione tra la mia redazione ed i carabinieri. In questa circostanza avevo perciò in mano un vero e proprio scoop .Corsi in redazione e scrissi il pezzo guardandomi bene dal rivelare la fonte.Essendo certi dell’esclusività mandammo l’articolo a Roma per “fuori sacco”, cioè per essere pubblicato non il giorno dopo ma sulla cronaca di quello successivo.Non so cosa avvenne in quei due giorni nella nostra redazione di Roma . Sicuramente accadde qualcosa di grosso perché l’articolo che smascherava Bruno Ghibaudi NON USCI’. Il maresciallo Di Francesco mi chiamò nel suo ufficio e a quattrocchi mi disse: “Io non ti ho detto niente sui dischi volanti…non ti conosco.”. Era mortificato ma si mostrò anche freddo nei miei confronti, come se avesse avuto l’ordine di convincermi a non interessarmi più della vicenda.Noi della redazione restammo amareggiati ma non potemmo far altro che rassegnarci a subire quella odiosa censura. Manlio Masci telefonò al redattore delle province Chitarrini ma non ottenne spiegazioni…l’articolo non doveva uscire e non uscì.
IL PERCHE’ DI QUESTA NOTA
Dopo tanti anni mi sono deciso a raccontare questo episodio a Fabio Di Rado quando ho saputo che uscirà un libro di Stefano Breccia che parlerà di UFO in Abruzzo e che riporta anche di eventi nei quali si parla di fotografie scattate sulla riviera tra Pescara e Montesilvano da un certo Sig. De Carlo . Parlando un giorno con L’Ing. Breccia sull’episodio di Ghibaudi mi disse appunto che le foto pubblicate sulla Settimana Incom erano autentiche e non le aveva scattate l’autore del servizio ma un’altra persona che lui conosceva. Se non stimassi Stefano Breccia direi che aspetto con interesse l’uscita del suo libro perché, a giudicare dagli argomenti trattati, secondo quello che anticipa Pinotti sulla rivista del CUN, si tratterebbe di una vera e propria bomba. A me sembra invece un bel romanzo, anche se la trama è abbastanza prevedibile. Comunque sicuramente sarà interessante per chi vorrà credere alla storia della base sotterranea degli extraterrestri. Ho manifestato a Stefano con franchezza le mie perplessità durante un colloquio avuto con lui nella sua abitazione di Chieti, presenti altre quattro persone. Gli ho anche detto che se non cita almeno una sola prova sull’esistenza dei famosi W 56 che tanta influenza avrebbero avuto sulla nostra Società, i media “ …ti faranno a pezzi nonostante la tua reputazione di insigne docente universitario”.

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