Tuesday, February 06, 2007

UFO in Abruzzo - Le foto di Bruno Ghibaudi - 1961

---------------------------di Romano Di Bernardo
Premessa
Giorni addietro ho rilasciato a un giovane e serio ricercatore del fenomeno UFO una intervista pubblicata poi su http://video.google.it/videoplay?docid=6798224837578936007&hl=it con la quale si commenta un episodio di presunta ufologia, che fece scalpore a Pescara nel lontano 1961, di cui fu protagonista il noto giornalista che conduceva una rubrica di contenuto aeronautico alla televisione Bruno Ghibaudi. Il giornalista pubblicò sulla “LA SETTIMANA INCOM” un servizio da Pescara nel quale si descriveva una “invasione” di dischi volanti corredato da diverse fotografie di UFO.In quegli anni io facevo parte della redazione pescarese de “IL MESSAGGERO” di Roma diretta dallo scrittore Manlio Masci e fui chiamato dai carabinieri per una “consulenza” sull’articolo di Ghibaudi. In altre parole i militari avevano ravvisato in quella pubblicazione il reato di “diffusione di notizie false e tentenziose atte a turbare l’ordine pubblico.Il maresciallo Di Francesco, del Comando Gruppo dei Carabinieri a quel tempo installato nella centralissima Via Nicola Fabrizi che io conoscevo e con il quale avevo buoni rapporti nell’ambito della mia attività di cronista, mi telefonò in redazione a Pescara lo stesso giorno in cui uscì l’articolo di Ghibaudi convocandomi nel suo ufficio.Mi mostrò il settimanale chiedendomi un giudizio sulla veridicità dell’articolo e sulle fotografie pubblicate che mostravano oggetti volanti sulla spiaggia di Pescara. La mia risposta non fu un “NO” secco, anche se il mio istinto mi diceva che si trattava di una vera e propria bufala architettata anche male. Manifestai perciò i miei dubbi al maresciallo sull’attendibilità dell’evento descritto da Ghibaudi. Di Francesco, comunque, aveva già deciso: la notizia era falsa e tendenziosa e turbava l’ordine pubblico. quindi l’autore andava denunciato. Voleva solo un mio parere sull’immagine incriminata. Il “corpo del reato” era una delle foto che ritraeva si un disco volante, ma non era altro che un modellino che in quei giorni si trovava esposto nel reparto giocattoli della Standa in Corso Vittorio Emanuele. Il maresciallo aveva confrontato già la foto col modellino ma non lo aveva con se.Andai subito alla Standa e feci a mia volta la verifica . Il giocattolo era proprio uguale alla foto pubblicata.Il colloquio avuto con Di Francesco poteva considerarsi la classica “soffiata” che spesso si verificava tra giornalisti e forze dell’ordine. Il mio giornale, considerato il più equilibrato era anche il più diffuso a Pescara e ciò influenzava in maniera positiva il clima di collaborazione tra la mia redazione ed i carabinieri. In questa circostanza avevo perciò in mano un vero e proprio scoop .Corsi in redazione e scrissi il pezzo guardandomi bene dal rivelare la fonte.Essendo certi dell’esclusività mandammo l’articolo a Roma per “fuori sacco”, cioè per essere pubblicato non il giorno dopo ma sulla cronaca di quello successivo.Non so cosa avvenne in quei due giorni nella nostra redazione di Roma . Sicuramente accadde qualcosa di grosso perché l’articolo che smascherava Bruno Ghibaudi NON USCI’. Il maresciallo Di Francesco mi chiamò nel suo ufficio e a quattrocchi mi disse: “Io non ti ho detto niente sui dischi volanti…non ti conosco.”. Era mortificato ma si mostrò anche freddo nei miei confronti, come se avesse avuto l’ordine di convincermi a non interessarmi più della vicenda.Noi della redazione restammo amareggiati ma non potemmo far altro che rassegnarci a subire quella odiosa censura. Manlio Masci telefonò al redattore delle province Chitarrini ma non ottenne spiegazioni…l’articolo non doveva uscire e non uscì.
IL PERCHE’ DI QUESTA NOTA
Dopo tanti anni mi sono deciso a raccontare questo episodio a Fabio Di Rado quando ho saputo che uscirà un libro di Stefano Breccia che parlerà di UFO in Abruzzo e che riporta anche di eventi nei quali si parla di fotografie scattate sulla riviera tra Pescara e Montesilvano da un certo Sig. De Carlo . Parlando un giorno con L’Ing. Breccia sull’episodio di Ghibaudi mi disse appunto che le foto pubblicate sulla Settimana Incom erano autentiche e non le aveva scattate l’autore del servizio ma un’altra persona che lui conosceva. Se non stimassi Stefano Breccia direi che aspetto con interesse l’uscita del suo libro perché, a giudicare dagli argomenti trattati, secondo quello che anticipa Pinotti sulla rivista del CUN, si tratterebbe di una vera e propria bomba. A me sembra invece un bel romanzo, anche se la trama è abbastanza prevedibile. Comunque sicuramente sarà interessante per chi vorrà credere alla storia della base sotterranea degli extraterrestri. Ho manifestato a Stefano con franchezza le mie perplessità durante un colloquio avuto con lui nella sua abitazione di Chieti, presenti altre quattro persone. Gli ho anche detto che se non cita almeno una sola prova sull’esistenza dei famosi W 56 che tanta influenza avrebbero avuto sulla nostra Società, i media “ …ti faranno a pezzi nonostante la tua reputazione di insigne docente universitario”.

Per visionare l'intervista clicca sul Lik a fondo pagina
oppure su http://www.pescaraonline.net

LINK: http://video.google.it/videoplay?docid=6798224837578936007&hl=it

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