Friday, May 25, 2007

LA LEGGENDA DEGLI ALIENI PESCARESI terza parte



di Romano Di Bernardo




Non sono abituato a pensare in termini di “dietrologia”, perdonatemi il termine, ma mi ha fatto riflettere la domanda che si è posta un amico che segue le vicende della ufologia da almeno 10 anni riferendosi alla pubblicazione del libro di Stefano Breccia CONTATTISMI DI MASSA: “…Cosa li ha mossi a divulgare ora una storia del genere (già discutibile di suo), poggiandola su menzogne e vere e proprie calunnie, quando magari alla base della storia dei W56 qualcosa di veritiero potrebbe pur esserci?”. Francamente non saprei cosa rispondere perché da anni conosco e seguo l’attività di Roberto Pinotti e sono certo che la sua partecipazione all’operazione BRECCIA si è basata sulla credibilità dello stesso emerito Docente che ha pubblicato la storia di AMICIZIA convinto dell’assoluta buona fede del defunto Bruno Sammaciccia.Iniziando la narrazione di questa terza parte sulla leggenda degli “alieni pescaresi”, onde evitare malintesi, voglio però esprimere con estrema chiarezza la motivazione alla base di questi miei scritti a beneficio di chi si trovasse a leggere queste note e non mi conoscesse. Secondo l’amico Roberto Pinotti io sarei un “….serio professionista che ha avuto il grande merito di aver affrontato in positivo l’Ondata del 1978 in Adriatico” . Non posso che ringraziare il Presidente del CUN per questo pubblico riconoscimento ma ci tengo a chiarire, se il sostantivo professionista si riferisse alla mia attività giornalistica, che NON SONO UN GIORNALISTA PROFESSIONISTA anche se in gioventù ho avuto l’occasione di lavorare per circa 4 anni nella redazione pescarese di un quotidiano romano (senza contratto), ho riempito tante pagine di riviste e ho pubblicato diversi libri.Fatta questa doverosa precisazione che, suppongo, poco, interessi alla maggior parte di quel ristretto gruppo di amici che frequentano questo Portale amatoriale, gestito, per altro senza fini di lucro totalmente a mie spese, voglio anche sottolineare che la mia passata attività nel CUN resta una piacevole parentesi della mia vita in compagnia di amici.Passiamo ora alla motivazione alla base di questi miei scritti. Già ho avuto modo nelle puntate precedenti di spiegare che mi sta troppo a cuore la materia ufologia seria per accettare il contenuto del libro CONTATTISMI DI MASSA per la parte che si riferisce ai W56 e ai CRT. Ma ciò giustificherebbe fino ad un certo punto questi miei interventi se l’Autore, nel trattare la parte che più mi ha colpito, come pescarese e come “manovale della ufologia”, mi riferisco ovviamente al capitolo riguardante l’AMICIZIA, avesse narrato i fatti accaduti realmente e avesse descritto i personaggi storici, i protagonisti, coinvolti in questa vicenda, supportato da un minimo di documentazione.In altri termini, nel racconto “AMICIZIA”, per affermare una presunzione di assoluta credibilità del Sammaciccia, si descrive lo stesso come persona irreprensibile, al di sopra di ogni sospetto, autore di libri sacri, devoto di S. Francesco, benefattore ripagato con l’ingratitudine di “miseri individui” che lo hanno denunciato.Breccia, per rendere maggiormente credibile il protagonista afferma che fu assolto “con formula piena” e poi ci informa sulle pubblicazioni religiose del fiduciario in Italia della dei W56 e sulle sue relazioni con alti prelati e generali. Non si è però informato sulle “misere” vicende giudiziarie dalle quali Sammaciccia non uscì affatto “assolto con formula piena” ed evitò il peggio soltanto perché i reati, in appello, furono prescritti nella forma che spiegherò più avanti.*********Penso che Stefano Breccia, come scrissi nella puntata precedente, sia in buona fede; cioè ha creduto alla storia del suo amico Sammaciccia e l’ha pubblicata. Ha peccato comunque di leggerezza. Si è preoccupato soprattutto di descriverlo come persona credibile liquidando in poche righe il fatto che fu denunciato da persone, definite dall’Autore “miseri individui”, insieme alla moglie e a Giancarlo De Carlo. Vediamo cosa viene fuori dalla lettura della documentazione giudiziaria:
“…Sentenza nei confronti di Sammaciccia Bruno, …M. R., De Carlo Giancarlo…liberi - contumaci imputati del reato di cui agli articoli 110, 640 e 61 n. 5 e 7 c.p. perché -in concorso tra loro il Sammaciccia e la moglie M.R. prospettando capacità taumaturgiche e sovrannaturali, il De Carlo ponendosi come intermediario, – continua il documento - con artifici e raggiri consistiti nel paventare a C. G. e B. M., pericoli di vita e per mali incurabili, profittando dello stato di depressione psicofisica dei C., inducevano in errore quest’ultimo (al quale inoltre prospettavano investimenti remunerativi di denaro) sicché lo stesso C. consegnava al Sammaciccia la complessiva somma di L. 624.000.000 a mezzo assegni bancari tratti sul c/c n. (omissis) del (omissis) intestati anche a persone diverse.Con effetto di ingiusto ingente profitto per gli imputati e conseguente danno per il C. di rilevante gravità.In Pescara e Montesilvano tra l’ottobre 1991 ed il marzo 1992”.Questa dunque è l’imputazione che portò, nel 1997 alla condanna, in primo grado, dei tre imputati che, sempre secondo il libro pubblicato da Stefano Breccia, sarebbero stati poi assolti con formula piena, suppongo volesse dire in appello.Ma andiamo con ordine.Dalla sentenza della Pretura Circondariale di Pescara : (art. 544 e segg., 549 c.p.p.) “…
IL Pretore, visti gli artt.533 e 535 c.p.p. dichiara Sammaciccia Bruno, M.R. e De Carlo Giancarlo colpevoli del reato loro ascritto in concorso di attenuanti generiche, su queste ritenute prevalenti le contestate aggravanti e condanna ciascuno alla pena di anni due e mesi sei di reclusione e L. 1.500.000 di multa, oltre che al pagamento delle spese processuali.Visti gli artt. 538 e segg. C.p.p. condanna i medesimi Sammaciccia Bruno, M.R. e De carlo Giancarlo al risarcimento in solido delle costituite parti civili C. G. e B. M., alle quali assegna intanto una provvisionale provvisoriamente esecutiva di L. 624.000.000, nonché a rifondere a queste le spese del giudizio, che liquida, quanto al C., in complessive L. 2.551.000, di cui L. 2.525.000 per onorario d’avvocato, oltre IVA e CAP e, quanto alla B. in complessive L. 1.842.000, di cui L. 1.790.000 per onorario d’avvocato, oltre IVA e CAP.Pescara, 5-12-1997”.Gli imputati ricorrono in appello e in
data 11 ottobre 2002 “…La Corte d’Appello in parziale riforma dichiara, ritenuta l’equivalenza tra attenuanti ed aggravanti, n. l. p. per prescrizione….SENTENZA IRREVOCABILE 28/12/2002”.*******************************Ora non mi pare proprio che la parte civile del processo (rappresentata dall’Avv. Leonardo Lotteria) fosse costituita da “miseri individui” come si afferma su CONTATTISMI DI MASSA, . A me suona come una affermazione non documentata che getta un’ombra di legittimo dubbio sul contenuto dell’intera pubblicazione che pure offre aspetti interessanti e intricanti. Dai documenti che Breccia sicuramente non ha avuto modo di conoscere risulta che Sammaciccia, nell’evento della denuncia di cui si parla a pagina 180 non si comportò con “…la nobiltà spirituale esibita in ogni momento dai suoi interlocutori…”. . E gli eventi giudiziari di cui parla l’emerito Docente si ricollegano direttamente alla leggenda degli extraterrestri che avrebbero invaso l’Abruzzo e il mondo e che avevano scelto come loro rappresentante il “guaritore “ di Montesilvano. Non si tratta di una disavventura giudiziaria qualsiasi di cui né io, e, suppongo, né i lettori del Volume avrebbero tenuto conto, ma di un episodio che l’Autore ha pubblicato addirittura invertendo i ruoli degli attori e facendo apparire Sammaciccia come vittima. Breccia ha riportato alla ribalta con il suo libro una notizia falsa sull’esito di un processo che a suo tempo fu molto seguito dalla stampa abruzzese .Roberto Pinotti , abituato com’è a documentare tutto ciò che pubblica, era a conoscenza dell’esito del processo ? Io lo escludo e ci metto pure la mano sul fuoco. E allora? Allora io mi chiedo perché Stefano Breccia, abruzzese, conoscente di Sammaciccia, non si è documentato prima di presentare lo scrittore di libri sacri, pranoterapeuta , ecc. come una persona al di sopra di ogni sospetto ? Perché ha riportato solo giudizi osannanti come quello scritto dal P. Passionista Enrico Sammarco che lo descrive come “ ….l’aquila che tocca altezze vertiginose, il Maestro sicuro di sé, per cui a volte, pur nella serenità di intesa, richiede una certa tensione per stargli dietro. Quando il Marhaba scrive nel suo prezioso volume per esprimere il pensiero, del resto assolutamente cristallino, del nostro comune amico e Maestro, coincide con il mio pensiero in pieno.” I “miseri individui” che ricorsero alla magistratura erano due anziani coniugi, una coppia mite di persone oneste che fu indotta, con abili artifizi, a dilapidare un patrimonio da persone che la stessa sentenza descrive in maniera non certo in linea con il profilo tracciato da Breccia. E’ vero che la morte cancella tutto. Ma se Breccia non avesse ecceduto nel ribaltare la pizza suppongo che a nessuno sarebbe venuto in mente di rivangare il passato. Io sarei stato il primo a stendere un velo di pietoso silenzio sulla memoria del rappresentate degli alieni. Detto questo, però, credo sia doveroso anche rispettare la memoria di due anziane persone che si rivolsero alla magistratura dopo aver messo nelle mani degli imputati 624 milioni delle vecchie lire, un vero e proprio patrimonio, convinti di essere affetti da una grave patologia che poteva essere curata efficacemente solo da un medico extraterrestre amico di Bruno Sammaciccia.fine terza puntata (Continua)

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